Nel programma territoriale della mia campagna elettorale ho deciso di inserire un punto su agricoltura e cambiamenti climatici: rischi, sfide ed opportunità. In molti mi hanno chiesto, cosa intendi per opportunità?
La rivoluzione digitale avvenuta, ma soprattutto quella che è alle porte con l’avvento del 5G modificherà radicalmente le abitudini quotidiane. Una delle sfide che nel futuro prossimo la politica dovrà affrontare sarà proprio quella di sfruttare l’innovazione tecnologica mettendola al servizio delle persone. Un processo delicato, vista l’enorme automazione che si svilupperà, nel quale partiti e sindacati dovranno dimostrare di essere in grado di leggere i processi moderni e di non far subire gli ineluttabili cambiamenti dei nostri tempi ai lavoratori. Ritengo che uno dei campi in cui si possa sperimentare, prima, ed ottenere risultati poi, è proprio quello dell’agricoltura. Non è una chimera parlare ormai di smart-agrifood.
La tecnologia blockchain sta ricevendo sempre più attenzioni per via delle sue caratteristiche, infatti essendo in grado di eliminare completamente gli intermediari dalle transazioni e, al contempo, garantire la sicurezza e la trasparenza delle informazioni, la sua adozione si estende ben oltre le ormai famose criptovalute (tra cui il Bitcoin). L’Economist ha definito questo protocollo, “The Trust Machine”, ovvero la macchina della fiducia per la sua capacità, all’interno di una architettura distribuita e centralizzata, di ottenere dei processi di verifica in cui nessuno detiene autonomamente il potere di controllo.
Ma come può la tecnologia blockchain migliorare l’industria alimentare? Innanzitutto, la blockchain ha la possibilità di rendere l’intera infrastruttura alimentare più trasparente ed efficiente, oltre ad aumentare la qualità dei prodotti andando incontro alle esigenze dei consumatori.
Attualmente la catena alimentare è molto complessa,infatti, durante ogni fase possono verificarsi numerose problematiche legate in modo particolare ai processi di trasformazione e di distribuzione degli alimenti. Possono verificarsi, inoltre, complicazioni legate alla sicurezza alimentare, agli sprechi e alla provenienza – dalle contaminazioni alle diffusioni di malattie di origine alimentare – che possono causare non solo enormi danni ai produttori ma anche seri problemi ai consumatori.
I potenziali benefici
Tracciabilità e sicurezza. La tecnologia blockchain con il
supporto dell’Internet of Things (“l’internet delle cose”), offrirebbe ai
consumatori informazioni complete, sicure e certificate, consentendo di
tracciare e conoscere la provenienza di determinati prodotti alimentari.
In questo modo si eviterebbero problemi di contaminazioni, di diffusione di malattie di origine alimentare e altri inconvenienti legati al cibo, come l’utilizzo illecito del marchio Made in Italy. In particolare, in caso di contaminazione sarebbe possibile rintracciare prodotti specifici in qualsiasi momento e rimuoverli immediatamente dalla distribuzione.
Si formerebbe di nuovo un collegamento diretto produttore-fornitore-consumatore. Attualmente l’agricoltore e il consumatore sono disconnessi, con la blockchain si creerebbe un legame tra i due soggetti. Questo porta ad un risultato semplice ma prezioso: i consumatori possono avere accesso, in modo chiaro e trasparente, a qualunque tipo di informazione riguardanti i prodotti alimentari.
Tradotto in soldoni vuol dire conoscere in tempo reale tutte le transazioni che avvengono sulla catena: un rivenditore potrebbe sapere, ad esempio, con chi il suo fornitore ha avuto rapporti; un consumatore tramite un codice QR potrebbe conoscere la data di nascita di un animale, se sono stati usati antibiotici o vaccini durante l’allevamento, e il luogo in cui è stato allevato.
Riduzione degli sprechi alimentari. Gli sprechi alimentari derivano
principalmente dal fatto che ogni singola fase della catena del valore deve
stimare la domanda. La blockchain potrebbe essere sfruttata per ridurre la
distanza delle informazioni da una fase all’altra della catena di
approvvigionamento. Razionalizzando le catene di approvvigionamento e
aumentando la condivisione delle informazioni è possibile quindi ridurre gli
sprechi alimentari. Inoltre, in caso di contaminazione, i prodotti contaminati
possono essere rintracciati facilmente e rapidamente, mentre i cibi sicuri
resterebbero sugli scaffali e non sarebbero inviati alle discariche.
Efficienza.La blockchain renderebbe la catena di approvvigionamento più efficiente perché, seguendo tutte le fasi di lavorazione dei cibi e i conseguenti spostamenti lungo la filiera di produzione fino ad arrivare al consumatore finale, ridurrebbe notevolmente i tempi. Permettendo, inoltre, di far conoscere i costi di ogni singola fase della produzione di un particolare prodotto alimentare: tutelando sia i piccoli produttori che potrebbero essere maggiormente tutelati, sia i consumatori che potrebbero verificare eventuali rincari illeciti. Una filiera insomma più equa e solidale.C
Meno sprechi, meno corruzione, più trasparenza e più qualità: un’agricoltura sostenibile, ricca di opportunità, passa anche per l’introduzione di questi nuovi paradigmi tecnologici.
Umberto Zimarri- Candidato alle Elezioni Europee, Europa Verde.
Francesco Rampini- Comitato Possibile Salvador Allende, esperto tecnologia Blockchain.