Oggi, 14 ottobre 2019, si è tenuta presso la sede della Regione Lazio, in Via Del Tintoretto, la conferenza di Servizi riguardo il progetto di ampliamento della Discarica di Cerreto con la conseguente creazione del V Bacino di discarica. Qui tutte le info.
Qui il link al post che riassume le vicende odierne, del Sindaco di Roccasecca, Giuseppe Sacco.
Si riportano integralmente le osservazioni presentate e messe agli atti del procedimento.
Le motivazioni del Mio No
1 QUADRO EUROPEO DI RIFERIMENTO
Il
progetto di ampliamento della discarica per rifiuti risulta sottoposto ad
istanza di Valutazione d’Impatto Ambientale, ai sensi della Parte II del D.Lgs.
152/06 e smi.
L’Allegato
III alla Parte II del D.Lgs. 152/06 e smi, che elenca le categorie di impianti
ricadenti in VIA, alla lettera p) cita le “discariche
di rifiuti urbani non pericolosi con capacità complessiva superiore a 100.000 m3”
nonché “discariche di rifiuti speciali
non pericolosi […] con capacità complessiva sino a 100.000 m3”.
In
base a quanto dichiarato nella Sintesi Non Tecnica presentata dalla Ditta MAD
Srl, la discarica dal punto di vista progettuale presenta una volumetria
complessiva pari a 1.069.896 m3 ed una capacità complessiva pari a
760.614 t, prevedendo un conferimento medio giornaliero di rifiuti stimato in
500 t/g, per una durata di 68 mesi.
Tale
progetto risulta essere in completa contrapposizione con le politiche di
smaltimento dei rifiuti contenute nella
- DIRETTIVA (UE) 2018/850 DEL PARLAMENTO EUROPEO
- DIRETTIVA 2018/851 che modifica la direttiva
2008/98 sui rifiuti
- DIRETTIVA DEL CONSIGLIO del 30 maggio 2018 che
modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti.
Dal
4 luglio 2018, tale pacchetto normativo è in essere anche nel nostro Paese,
mentre il progetto in discussione è stato discusso già nell’autunno del 2015.
Il
nuovo impianto normativo europeo prevede infatti degli standard estremamente
stringenti riguardo il conferimento in discarica. Nel dettaglio si riportano di
seguito alcuni passaggi estratti dalla direttiva:
(art 1, DIRETTIVA (UE) 2018/850) La
gestione dei rifiuti nell’Unione dovrebbe essere migliorata per salvaguardare,
tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente, proteggere la salute umana,
garantire un utilizzo accorto, efficiente e razionale delle risorse naturali,
promuovere i principi dell’economia circolare, incrementare l’efficienza
energetica e ridurre la dipendenza dell’Unione dalle risorse importate.
(art 2, DIRETTIVA (UE) 2018/850)
Dovrebbero essere rafforzati gli obiettivi della direttiva 1999/31/CE del
Consiglio che stabiliscono restrizioni in merito al collocamento in discarica,
affinché riflettano più incisivamente l’ambizione dell’Unione di passare a
un’economia circolare e di fare progressi nell’attuazione della comunicazione
della Commissione del 4 novembre 2008 su «L’iniziativa «materie prime»… La
Commissione e gli Stati membri dovrebbero assicurare che tale riduzione rientri
nell’ambito di una politica integrata che garantisca una corretta applicazione
della gerarchia dei rifiuti, promuova una transizione verso la prevenzione,
compresi il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio e
impedisca il passaggio dal collocamento in discarica all’incenerimento.
(art 10, 2018/850) La progressiva
riduzione del collocamento in discarica è indispensabile per evitare impatti
nocivi sulla salute umana e sull’ambiente e assicurare il recupero graduale ed
efficace dei materiali di rifiuto con valore economico grazie a una loro
adeguata gestione, in linea con la gerarchia dei rifiuti di cui alla direttiva
2008/98/CE. Tale riduzione dovrebbe evitare lo sviluppo di una sovracapacità
per gli impianti di trattamento dei rifiuti residui, come per esempio
attraverso il recupero di energia o il trattamento meccanico-biologico di
scarsa qualità dei rifiuti urbani non trattati, in quanto ciò potrebbe
pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi unionali di lungo termine in
materia di preparazione per il riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti urbani
stabiliti dalla direttiva 2008/98/CE. …..
(paragrafo 3/bis, direttiva 1999/31, modificata
con la direttiva del 30 maggio 2018): Gli Stati membri si adoperano per
garantire che, entro il 2030, tutti i rifiuti idonei al riciclaggio o al
recupero di altro tipo, in particolare i rifiuti urbani, non siano ammessi in
discarica, a eccezione dei rifiuti per i quali il collocamento in discarica
produca il miglior risultato ambientale conformemente all’articolo 4 della
direttiva 2008/98/CE.
(paragrafo 5, direttiva 1999/31,
modificata con la direttiva del 30 maggio 2018): Gli Stati membri adottano le
misure necessarie per assicurare che entro il 2035 la quantità di rifiuti
urbani collocati in discarica sia ridotta al 10 %, o a una percentuale
inferiore, del totale dei rifiuti urbani prodotti (per peso).
Tali
obiettivi vengono sintetizzati anche nella Comunicazione, della Commissione
Europea al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale
europeo e al Comitato delle regioni, dal titolo: “Verso un’economia circolare:
programma per un’Europa a zero rifiuti”. A pagina 10 di tale Comunicazione si
legge quanto di seguito riportato:
Per incrementare i benefici
economici, sociali ed ambientali derivanti da una migliore gestione dei rifiuti
urbani, la Commissione propone di:
• aumentare la percentuale di
rifiuti urbani riutilizzati e riciclati portandola almeno a 70% entro il 2030;
• aumentare la percentuale di rifiuti di
imballaggio riciclati portandola a 80% entro il 2030, con obiettivi intermedi
di 60% entro il 2020 e 70% entro il 2025, con obiettivi per determinati
materiali;
• vietare il collocamento in
discarica dei rifiuti riciclabili di plastica, metallo, vetro, carta e cartone
e dei rifiuti biodegradabili entro il 2025, e chiedere agli Stati membri di
impegnarsi per abolire quasi completamente il collocamento in discarica entro
il 2030
• promuovere ulteriormente lo
sviluppo di mercati delle materie prime secondarie di qualità, anche valutando
l’opportunità di introdurre criteri di fine vita per determinati materiali;
Si
ricorda che da un punto di vista giuridico la Direttiva Europea vincola gli
Stati Membri al raggiungimento degli obiettivi indicati.
Da un punto di vista generale, il Legislatore Europeo ha diretto la sua azione normativo-politica verso una piena attuazione dei principi di economia circolare e verso l’obiettivo finale di rifiuti zero. Tale indirizzo risulta in profonda contrapposizione con quanto si può leggere nel progetto di ampliamento della discarica di Roccasecca. Il progetto di Costruzione del V Bacino, già presentato nell’autunno del 2015 e riproposto tal quale, si muove in direzione opposta rispetto alle logiche europee di riferimento e non tiene conto degli specifici aggiornamenti in materia che nel frattempo si sono succeduti.
2 QUADRO REGIONALE DI RIFERIMENTO
La
Giunta della Regione Lazio il 2 agosto del 2019 ha deliberato il nuovo Piano
dei Rifiuti per il periodo 2019-2025. Come è possibile leggere nel Testo dell’Atto n. 592 del 02/08/2019 anche la
Regione Lazio, ha logicamente tenuto conto del quadro di riferimento europeo
considerando nel suo Piano di gestione le nuove direttive europee, come si
evince dagli estratti di seguito riportati.
VISTE le nuove
direttive contenute nel pacchetto UE sull’economia circolare, pubblicate nella
GUUE del 14.06.2018 e che prevedono la modifica di sei Direttive europee e
riformano l’economia circolare:
Direttiva
(UE) 2018/849 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che
modifica le direttive 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, 2006/66/CE relativa
a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori e 2012/19/UE sui
rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche;
Direttiva
(UE) 2018/850 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che
modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti;
Direttiva
(UE) 2018/851 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che
modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti;
Direttiva
(UE) 2018/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che
modifica la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio
Considerata
l’incongruenza descritta nel paragrafo precedente tra gli indirizzi delle
Direttive Europee e la natura del Progetto in discussione e considerato che
tali Direttive vengono interamente assunte come premessa del nuovo Piano di
Gestione Rifiuti della Regione Lazio, il progetto risulta in contrasto anche
con il quadro di riferimento normativo della Regione Lazio.
Il
fabbisogno impiantistico della Provincia di Frosinone
Nelle
tabelle successive viene riportato il fabbisogno impiantistico dell’ATO
Provincia di Frosinone estratto dall’ Allegato 3 della Deliberazione Giunta
Regionale – numero 592 del 02/08/2019 in riferimento al quinquennio 2020-2025.
Tabella
137 – Ipotesi I –
conferimento a discarica del 25% di FOS – Ato Frosinone
|
Scenario 1
(minimale 70%)
|
|
Rifiuti a
discarica
|
25% FOS
|
Totale
|
|
|
|
|
2020
|
7.404
|
6.694
|
14.098
|
2021
|
7.090
|
6.393
|
13.483
|
2022
|
6.785
|
6.101
|
12.886
|
2023
|
6.487
|
5.814
|
12.301
|
2024
|
6.195
|
5.533
|
11.728
|
2025
|
5.909
|
5.256
|
11.165
|
|
|
|
75.661
|
Tabella 138 – Ipotesi I
– conferimento a discarica del 75% di FOS – Ato Frosinone
|
Scenario 1
(minimale 70%)
|
|
Rifiuti a
discarica
|
25% FOS
|
Totale
|
|
|
|
|
2020
|
7.404
|
20.081
|
27.485
|
2021
|
7.090
|
19.180
|
26.270
|
2022
|
6.785
|
18.302
|
25.087
|
2023
|
6.487
|
17.443
|
23.930
|
2024
|
6.195
|
16.599
|
22.794
|
2025
|
5.909
|
15.768
|
21.677
|
|
|
|
147.243
|
Le
volumetrie proposte nel Progetto di ampliamento non trovano alcun riscontro con
il fabbisogno della Provincia di Frosinone.
Nella configurazione prevista dal Piano si evidenzia infatti
che l’ATO di Frosinone per quanto riguarda il fabbisogno impiantistico di
discarica è soddisfatto, anche se non completamente nella peggior
configurazione di scenario. In tale ipotesi comunque il disavanzo sarebbe
minimo poiché, prendendo come riferimento temporale il mese di luglio 2019, le
volumetrie residue di discarica risultano essere le seguenti:
•
la discarica per rifiuti non pericolosi MAD Srl – località Fosso Crepacuore –
Civitavecchia (RM) ha una volumetria residua utile di mc 183.904;
•
la discarica per rifiuti non pericolosi MAD Srl- località Cerreto, snc –
Roccasecca (FR) ha una volumetria residua utile di mc 119.263
•
la discarica per rifiuti non pericolosi Ecologia Viterbo sita in Viterbo,
Località Le Fornaci, ha una volumetria residua utile di circa 12.000 m3.
•
la discarica Lazio Ambiente SpA per la quale non sono pervenuti dati si assuma
il dato che dovrà chiudere entro il 31 dicembre 2019 pertanto non c’è
volumetria residua dal 2020.
Nel
sito istituzionale della Regione Lazio (https://www.regione.lazio.it/rl_main/?vw=newsDettaglio&id=5023)
il
nuovo Piano Regionale di Rifiuti viene così sintetizzato:
- Sviluppo
dell’economia circolare;
- Riequilibrio territoriale del fabbisogno impiantistico
in ogni Ato provinciale;
- Introduzione
del sub-ambito di Roma Capitale;
- Innovativo
presidio industriale di Colleferro e raccolta differenziata al 70% nel Lazio
entro il 2025;
- Legalità e
investimenti regionali per sostenere Comuni e aziende pubbliche nella
realizzazione di impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti.
Si può leggere, inoltre, che sono previsti cinque ambiti territoriali
ottimali, uno per ogni Provincia.
Per
tale ragione si richiede la disattivazione della Conferenza di Servizi poiché la
configurazione prevista dall’azienda proponente non può in alcun modo risultare
a servizio dell’Ato di Frosinone ed è in palese contrapposizione anche con gli
obiettivi prefissati dal Piano Regionale Rifiuti della Regione Lazio.
Si ricorda, infine, che la convocazione odierna per discutere l’eventuale riapertura dell’iter progettuale per l’ampliamento della discarica è stato motivato proprio con l’aggiornamento del nuovo Piano di Gestione Rifiuti della Regione Lazio.
3 VALUTAZIONE IMPATTO SALUTE PUBBLICA
Nell
Sintesi Non Tecnica presentata viene fornito un quadro di riferimento della
salute pubblica (Paragrafo 9.5 pagina 55) e la valutazione degli impatti
previsti su tale componente (Paragrafo 10.5 pagina 65).
Per
quanto riguarda il quadro di riferimento relativo alla salute pubblica, nella
Sintesi Non Tecnica si legge:
“Gli effetti sulla salute dell’esposizione a impianti di trattamento dei
rifiuti sono un argomento da lungo tempo dibattuto. Negli ultimi anni alcuni
studi hanno messo in luce una maggiore frequenza di decessi e malattie per
alcune cause tumorali e non tumorali e di eventi sfavorevoli della gravidanza
(malformazioni congenite, basso peso) tra i residenti nelle zone circostanti
gli impianti
[…]
Non è corretto valutare la probabilità di un rischio per la salute
rappresentato da queste fonti inquinanti basandosi solo su uno o pochi studi:
solo l’analisi scientifica dell’insieme delle ricerche può dare un quadro
realistico della situazione. Ad oggi, quindi, non si può dire che esistano
prove solide che attestino un rischio sanitario conseguente al vivere vicino a
discariche e inceneritori.
[…]
Nello studio in questione si è presto a riferimento il progetto ERAS
Lazio
[…]
Le conclusioni a cui è giunto lo studio è che, per i residenti nei 5 Km
dagli impianti di discarica del Lazio, il quadro di mortalità e morbosità è relativamente
sovrapponibile a quello regionale.”
Viene
dunque messa in evidenza l’assenza di prove scientifiche che colleghino il
rischio sanitario alla presenza di discariche.
Per
quanto riguarda, invece, la valutazione degli impatti sulla salute pubblica,
nella Sintesi Non Tecnica si legge:
“Anche in riferimento alla fase di gestione operativa dell’impianto di
cui trattasi, l’ubicazione propria dell’impianto, nell’ambito di un tessuto di
fatto già compromesso dall’attività in essere e caratterizzato dalla assenza di
aree residenziali nelle vicinanze, è garanzia di poca concretezza di impatto
ascrivibile ai fattori impattanti pur presenti, evidentemente.
[…]
Anche in questa fase, pertanto, i maggiori impatti riguarderanno, per lo
più, il personale addetto all’impianto”
In
questo caso, dunque, viene considerato come maggiore impatto sulla salute
pubblica, quello che coinvolgerebbe il personale addetto all’impianto.
È
bene però rimarcare innanzitutto che l’area in questione non risulta
caratterizzata dall’assenza di aree residenziali, poiché a poche centinaia di metri risulta ubicata la contrada di San Cataldo
(Comune di San Giovanni Incarico), nonché diversi nuclei abitativi ricadenti
nel Comune di Roccasecca e di Colflelice (contrada Camponi).
Inoltre lascia perplessi
l’affermazione secondo la quale l’impianto si collocherebbe “nell’ambito di un tessuto di fatto già
compromesso dall’attività in essere”.
Si ritiene assolutamente indispensabile una valutazione esaustiva dell’impatto che l’ampliamento proposto potrebbe avere sulla componente salute pubblica.
4 RISCHIO IDROGEOLOGICO
Come la
relazione non tecnica riporta, considerato il superamento delle Concentrazioni
Soglia di Contaminazione (in particolare rispetto alle concentrazione di Ferro,
Manganese, Arsenico e Solfati) nelle acque sotterranee di cui alla Tab.2 All.5
titolo V alla Parte IV del D.Lgs.152/06, a prescindere dalle cause (e qui si
apre un dubbio circa le reali cause, che non sono esplicitate negli stralci
della relazione geologica che è ripresa nella relazione), i valori di
concentrazioni restano oltre la soglia nella falda freatica. Ovviamente, la
falda in questione alimenta pozzi circostanti e scambia flussi idrici con il
reticolo idrografico ricadente nel bacino idrografico dell’area. C’è da
sottolineare che la Direttiva quadro europea sulle acque definisce un quadro
giuridico per tutelare le acque pulite e ripristinare la qualità delle stesse
nell’UE, nonché per garantire il loro utilizzo sostenibile e a lungo termine. È
integrata da norme più specifiche, quali la direttiva sull’acqua potabile e la
direttiva sulle acque di balneazione, la direttiva sulle alluvioni e la
direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino, nonché da accordi
internazionali, è integrato infatti nelle Norme per la tutela delle acque
dall’inquinamento (articoli da 73 a 140 D.Lgs.152/06).
Con
l’ordinanza del 07/10/2019 il Comune di Roccasecca ha chiuso a causa di una
frana la strada Vicinale denominata “Passo Pontecorvo” che congiunge la via
Provinciale Ortella al Comune di Pontecorvo. L’evento franoso si è verificato
in destra idrografica del Fiume Melfa in località Cerreto, presso la discarica
Mad Srl. L’Ispra, inoltre, ha rilevato che il fenomeno si è innescato
dall’elevata pendenza del versante a valle e dall’infiltrazione delle acque
meteoriche.
Alla luce
di quanto descritto e rilevato, si sollevano ragionevoli preoccupazioni circa
la possibilità di poter tutelare un corpo idrico in questione, di per sé già
“malato” (come accertato) e vulnerabile per sua natura vista la
mancata copertura costituita da strati geologici di argille impermeabili che la
proteggerebbero, che caratterizzano invece le più sicure (e profonde) falde
artesiane. In questo scenario, oltre al rischio idrogeologico, si
prospetta un potenziale rischio sanitario di notevole entità che
scaturirebbe dalla frattura del pacchetto impermeabilizzazione del fondo
discarica.
Inoltre, in
mancanza di ulteriori dettagli progettuali per la realizzazione dei pendii
della discarica, si sollevano ulteriori e ragionevoli dubbi rispetto alla
corretta considerazione dei parametri geotecnici e/o dei carichi nella fase di
progettazione e realizzazione dell’opera di ampliamento. La causa dell’evento
franoso infatti potrebbe essere attribuita ai movimenti del terreno o una
sottostima dei carichi che sollecitano il manufatto.
È bene
sottolineare, infine, come il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, descritto
nel paragrafo 2 di questo documento, chiarisca i fattori escludenti nei criteri
di localizzazione. Tali fattori escludenti possono essere di natura:
-ambientale
Capitolo 16.2 (per esempio: le fasce di rispetto dai corsi d’acqua, la tutela
integrale delle aree forestali, etc.)
-territoriale
Capitolo 16.4 (per esempio la presenza di scuole e edifici sensibili,
interferenze visuali a vie di comunicazione, etc.)
–idrogeologici e di difesa del suolo
Capitolo 16.2. (le aree a rischio idrogeologico hanno in grado di vincolo
integrale)
Tra i criteri di localizzazione per le discariche (Capitolo 16.6), facendo riferimento al D.Lgs. 36/03, si stabiliscono come non idonee le aree interessate da movimenti franosi, “dove i progressi geologici e superficiali quali l’erosione accelerata, le frane, l’instabilità dei pendii, la migrazione degli alvei fluviali potrebbero compromettere l’integrità della discarica e delle opere connesse”. Alla luce del recente evento franoso quindi, attualmente la discarica MAD non risponde più a tali criteri, pertanto si ritiene che sia l’ampliamento, sia l’attività di conferimento in discarica debba essere bloccata al fine di mitigare i rischi connessi alle condizioni idrogeologiche attuali
5 L’OPZIONE ZERO
All’interno della Sintesi Non
Tecnica non risulta evidenza della valutazione di alternative di localizzazione
dell’impianto né della cosiddetta opzione
zero, prevista dall’articolo 22, comma 2, lettera d) del D.Lgs. 152/06 e
smi.
Si
sottolinea la mancata considerazione, nell’ambito della procedura di
Valutazione d’Impatto Ambientale, delle opzioni alternative e della cd. opzione zero al tipo di intervento
richiesto rendono incompleto un eventuale giudizio di compatibilità ambientale,
come espresso anche dalla Sentenza dell’8 marzo 2012 n.333 del TAR Veneto.
La
procedura di VIA, infatti, ha lo scopo di valutare tutte le possibili
alternative al progetto presentato, compresa l’ipotesi di non realizzazione
dello stesso.
A
sostegno di tale tesi, si veda anche la Determinazione N. G00011 del 09/01/2015
con la quale la Regione Lazio si è pronunciata negativamente nell’ambito di una
procedura di VIA per la realizzazione di un impianto di compostaggio, inserendo
tra le motivazioni proprio la mancata valutazione delle alternative possibili e
dell’opzione zero.
CONCLUSIONI
Per tutti i motivi sopra elencati si richiede l’interruzione immediata del procedimento in corso e un’interruzione all’attività di conferimento in discarica al fine di mitigare i rischi connessi alle condizioni idrogeologiche attuali.