Cdp e Ics: le opportunità per gli enti locali

Rinegoziazione mutui per gli enti locali: più ossigeno per il nostro Comune! Cassa Depositi Prestiti e l’Istituto per il Credito Sportivo offrono, rispettivamente, la possibilità di rinegoziare e sospendere i finanziamenti concessi agli Enti Locali.

Rinegoziazione mutui per l’anno 2020 dei prestiti concessi agli Enti Locali dalla CDP

Tra le misure messe in campo dal Governo per fronteggiare la crisi del Covid19 c’è la possibilità per gli Enti Locali di rinegoziare per l’anno 2020 i prestiti concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. Tale operazione, che è entrata in vigore lo scorso 6 maggio ed avrà un periodo di adesione fino al 27 maggio, permette a circa 7200 enti locali di accedere a risorse fino a 1,4 miliardi di euro e di sfruttarle direttamente per il territorio.

In particolare, la circolare n.1300 di Casse depositi e prestiti del 23 aprile 2020 (https://cdp.it/resources/cms/documents/Circolare-CDP_n.1300-2020_Rinegoziazione-enti-locali.pdf) specifica quali prestiti potranno essere rinegoziati, connotati dalle seguenti caratteristiche:

  • prestiti ordinari, a tasso fisso o variabile, e flessibili; 
  • oneri di ammortamento interamente a carico dell’Ente beneficiario; 
  • in ammortamento al 1° gennaio 2020, con debito residuo a tale data pari o superiore ad euro 10.000,00, e scadenza successiva al 31 dicembre 2020.

Come si può aderire a tale rinegoziazione? In modo molto semplice l’istituto, tramite il proprio sito web, mette a disposizione l’elenco dei Prestiti Originari e rende note le condizioni applicate alla rinegoziazione. Dunque, attraverso un’apposita sezione sul sito internet di CDP, ciascun ente locale potrà seguire step by step la procedura di adesione articolata in tre fasi:

  1. Scelta delle condizioni
  2. Domanda di adesione
  3. Perfezionamento del contratto

In dettaglio, la documentazione da presentare dovrà comprendere:

  • la proposta contrattuale irrevocabile di rinegoziazione; 
  • la determinazione a contrattare; 
  • il modulo per l’attestazione dei poteri di firma del sottoscrittore del contratto; 
  • il consenso al trattamento dei dati personali ed informativa privacy; 
  • le delegazioni di pagamento in originale. 

La documentazione, comprendente gli originali cartacei delle delegazioni di pagamento relative a ciascun prestito negoziato, deve essere inviata a CDP entro e non oltre il 3 giugno 2020.

Per maggiori informazioni: https://cdp.it/sitointernet/it/rinegoziazione_mutui.page

Sospensione finanziamenti ICS

Anche l’Istituto per il Credito Sportivo ha previsto un piano per sospendere i finanziamenti concessi agli Enti Locali, in particolare <<L’Istituto ha aderito all’accordo ABI, ANCI e UPI e procederà quindi alla sospensione per un anno della quota capitale delle rate dei finanziamenti in scadenza fino al 31 dicembre 2020 su esplicita richiesta di Comuni, Province ed altri Enti Locali, come definiti dall’art. 2 del D.lgs. 267/2000.>>

Come si legge dal sito dell’ICS per poter beneficiare della sospensione, i finanziamenti devono avere le seguenti caratteristiche:

  • Stipulati secondo la forma tecnica del mutuo;
  • Essere intestati agli Enti Locali con oneri di rimborso interamente a proprio carico;
  • Il soggetto debitore e il soggetto beneficiario devono essere coincidenti;
  • Non devono essere stati concessi in base a leggi speciali;
  • Devono essere in corso di ammortamento;
  • Non devono presentare rate scadute e non pagate da oltre 90 giorni al momento di presentazione della domanda;
  • La durata complessiva, a seguito della sospensione, non deve eccedere i 30 anni.

Come si può aderire? Il processo è diviso essenzialmente in due fasi: la prima prevede la semplice compilazione, entro il 20 maggio, del modulo online messo a disposizione da ICS (https://www.creditosportivo.it/covid19/sospensioneratecovid/sospensionerateentilocali_covid19.html) e, se non risultano incongruenze, si procede con la seconda fase, da adempiere entro il 26 maggio, che comprende i seguenti allegati:

  1. La domanda di sospensione predisposta con i dati da te immessi nel modulo (da firmare digitalmente)
  2. La determinazione del responsabile del procedimento di spesa (da compilare e firmare digitalmente – una unica anche per già di un finanziamento)
  3. La certificazione dei responsabili dei servizi (da compilare e firmare digitalmente – una unica anche per già di un finanziamento)
  4. La delega di pagamento (una per ciascun finanziamento) sulle entrate afferenti ai primi tre titoli di bilancio esente da imposte e tasse ai sensi dell’art. 15 DEL D.P.R. 29/9/1973 N. 601

Approfondimento a Cura di Francesco Rampini

Falsa ri(partenza)

Falsa (ri)partenza: E no, non ne siamo usciti affatto né migliori, né più più buoni, ma in realtà non è che ci avessi sperato poi molto in questa retorica da libro cuore.

L’incendio alla Adler di Ottaviano, gli sversamenti illegali a Castel Volturno (a proposito i droni che utilizzavamo per scovare la gente sulla spiaggia si possono utilizzare anche per questo), le mascherine gettate per strada come coriandoli, l’odio che riemerge con tutta la sua violenza verbale ed il web torna ad essere una fogna a cielo aperto.

4 notizie di cronaca che rappresentano delle chiare ed evidenti necessità politiche: sicurezza sul lavoro a 360 °, dal Covid in poi. Sì perché banalmente i dati Inail evidenziano 37.352 contagi sul posto di lavoro. La sacrosanta esigenza di ripartire deve andare di pari passo con la sacrosanta esigenza di tutelare la vita di chi va a lavorare. Si lavora per vivere e non si lavora per morire.

Tutto quello che riguarda la green economy rischia di essere travolto dalla banalità della politica dei due tempi: è sacrosanto quello che dici, ma non possiamo farlo adesso. Peccato che il secondo tempo di questa partita non arriva mai. Adesso, però, la raccolta differenziata langue, non si sa come affrontare il rebus mascherine e ci sono enormi pressioni per eliminare la plastic tax. Il rischio fin troppo evidente è che tutte queste tematiche tornino ad essere di nicchia, roba per chi sta bene, non considerando il fatto che un nuovo modello di sviluppo non è una scelta, ma un dovere se vogliamo continuare ad abitare questo pianeta.  Le polemiche sul riscatto di Silvia Romano, oltre ad aver abbassato di molto il livello di speranza sul futuro di questo paese, mi hanno spinto a ricordare una cosa molto semplice: sapete quante armi l’Italia ogni anno vende ai regimi vicini ai movimenti jihadisti?

Buon 1 maggio, coraggio!

Buon 1 maggio

E così, in questo tempo che sembra sospeso ma sospeso non è, è arrivato anche il 1 maggio.

Ci avete fatto caso che in questa crisi i lavoratori definiti essenziali sono quelli che vengono più bistrattati e sottopagati? I rider, che dipendono da un algoritmo, i braccianti agricoli (ora qualcuno si è accorto del caporalato, ma buongiorno), i lavoratori della grande distribuzione, le piccole partite iva…

Se qualcuno prova a dire così non va, ti si risponde: guarda a chi sta peggio di te? Molti un lavoro non ce l’hanno e voi vi lamentate? La scala allora, scende per tutti verso il basso. In una spirale infernale.

Con questa crisi tanti precari che provavano a vedere un minimo spiraglio di normalità, sono rimpiombati nel buio dell’incertezza. Tanti giovani, anche laureati, che non avevano un lavoro rischiano ancor di più di restare fuori, per sempre, dal mercato del lavoro. Un lavoro frammentato, diviso che rispecchia la società atomistica costruita negli ultimi 30 anni. Al camminare tutti insieme, culturalmente si è contrapposto, ed ha vinto, l’uomo solo al comando: privatamente, politicamente e socialmente.

Se per caso alziamo lo sguardo verso i dati riguardanti i morti sul lavoro, il quadro diventa drammatico. Nell’indifferenza pressoché totale sono deceduti sul posto di lavoro dal primo gennaio 2020, 153 lavoratori, ai quali vanno aggiunti 344 lavoratori morti a causa del coronavirus.

Insomma non per essere catastrofista, sintetizzando: tanti non hanno un lavoro, molti che lavorano 8-10 ore al giorno riescono a malapena a sopravvivere, i morti sul lavoro non si contano più.  

Un pensiero infine alle vittime  di Portella della Ginestra, la  prima strage di Mafia e di Stato in Italia era il primo maggio 1947

La regola è sempre la stessa: senza giustizia sociale non c’è democrazia. Senza un lavoro dignitoso, per tutte/i, non c’è giustizia sociale.

Buon 1 maggio, coraggio! Ne abbiamo bisogno.

Buon 25 Aprile

25 Aprile, il Natale della democrazia per un Paese intero. Suona diversa questa data in questo 2020 forse perché abbiamo vissuto anche noi per la prima volta una reale privazione della libertà. Abbiamo capito cosa significa non poter fare quello che si desidera. Questo virus ha colpito principalmente i testimoni diretti di quel drammatico periodo storico per questo cresce ancor di più la responsabilità collettiva di ogni cittadino italiano nella cosidetta “Memoria attiva”: ricordare non per retorica ma per difendere e trasmettere.  La memoria non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco.

Ha un sapore diverso questo 25 aprile: abbiamo riscoperto l’importanza del pubblico, del sociale e della socialità. Sentirete tanti parlare di libertà, in varie salse, pochi parlare di liberazione. A chi dice che è un giorno divisivo possiamo ricordare semplicemente che divide chi crede nell’Italia Repubblicana da chi sostiene un regime antidemocratico. Abbiamo vinto noi e sei diventato senatore; se aveste vinto voi io sarei morto o in galera, ricordava perfettamente Foa. Provate a dire ad un francese che il 14 luglio sia retorico, vedete cosa vi risponderà.  

Cosa significa oggi il 25 aprile: significa essere senza se e senza ma contro gli Orban, i Trump e i Bolsonaro, significa credere in uno sviluppo diverso e realmente sostenibile, significa pretendere per tutti un lavoro dignitoso e pretendere che nessuno muoia sul posto di lavoro, significa credere nella solidarietà tra popoli. Significa essere umani, Significa lottare per un mondo più giusto. Significa percorrere i sentieri tracciati con chiarezza dalla Costituzione italiana. Significa sognare un mondo migliore per noi e per chi verrà dopo di noi. Come ci hanno insegnato tanti anni fa, lassù in montagna.

Buon 25 Aprile

Discarica di Roccasecca: L’economia circolare con il culo degli altri

Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Non si può che partire dalla celeberrima frase di George Orwell per raccontare l’ennesimo scempio che le istituzioni hanno compiuto alla bassa Ciociaria e all’Alta terra di Lavoro. Ieri, La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deliberato la revoca della sua stessa decisione presa il 7 marzo 2019: la montagna di immondizia continuerà a crescere, fino al 31/12/2020 fino a toccare la vetta di 16 metri. La motivazione, tra le righe, è sempre la stessa o questo sito o c’è l’emergenza. Emergenza che dura da quando io frequentavo le scuole medie. Motivazione tra l’altro palesemente falsa in quanto sono disponibili delle volumetrie in altre discariche pubbliche della Regione.  

Non si tratta di seguire la logica non nel mio giardino, semplicemente ci si aspetterebbe dalle Istituzioni che rappresentano anche i cittadini dei paesi limitrofi gli impianti il rispetto dei diritti costituzionali. In particolare dell’articolo 3, quello che ci ricorda che tutti i cittadini sono uguali. Ancora una volta la volontà politica si è piegata alla legge del più forte e al potere economico. Non conta nulla la relazione dell’Ispra che evidenzia ripetuti superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione, non conta nulla la delibera successiva della Provincia di Frosinone, non conta nulla il parere negativo del Ministero dei Beni Culturali, non contano nulla due interrogazioni parlamentari nel giro di pochi mesi presentate da Rossella Muroni al  Ministro Costa, alle quali ovviamente non c’è stata nessuna risposta

Alex Langer sosteneva che la conversione ecologica potrà affermarsi solo quando apparirà socialmente desiderabile: qui nel basso Lazio è diventata una necessità inderogabile per la salute pubblica e del territorio, peccato che chi ci governa la ritenga solamente uno slogan buono per riempire le prima pagine dei giornali. E’ facile dire economia circolare con il culo degli altri.

2 minuti – Luis Sepulveda: sogni, resistenza e lentezza

Per una legge fantastica della vita la gente che è stata fottuta s’incontra, ha scritto in uno dei suoi racconti Luis Sepulveda. Lui che da sempre si è definito il narratore degli ultimi, di quelli che si trovano nella parte sbagliata della medaglia, se ne è andato insieme a tanti di loro a causa di questo maledettissimo corona virus.

Cosa ci lascia? Tanto, tantissimo, troppo. In questo podcast lo riassumerò in tre grandi parole: sogni, resistenza e lentezza.

Sepulveda ci ha ricordato, e coniugare questo verbo al passato fa male come un pugno allo stomaco, quanto sia fondamentale per l’uomo sognare. Sognare che si traduce nell’avere una visione, nel perseguire una strada, nel credere in quello che si è ed in quello che si dice, ma soprattutto ci insegna che sognare ci rende migliori.

Vi è poi la resistenza, la resistenza alle storture della vita, la resistenza degli umili che senza grandi genti ci ricordano che è possibile vivere in piedi, la resistenza che ti permette di gustare la libertà.

La terza parola è lentezza. L’aveva capito, da attento ambientalista, che questo mondo viaggiava ad una folle velocità e prima o poi sarebbe andato a sbattere. L’aveva capito che questo sistema di vita era insostenibile per l’uomo, per la sua mente e per l’ambiente e per questo in maniera anticiclica predicava lentezza. Faccio un passo alla volta per capire dov’è che stiamo andando.

In questi giorni, in cui la natura ci ha dimostrato che non siamo padroni ma ospiti sulla terra, ci sentiamo davvero più soli e più tristi senza un maestro capace di illuminarci il cammino. Buon Viaggio Luis

2 minuti: il Mio Podcast

E così, ho deciso di creare un mini podcast: 2 minuti

2 minuti possono pure sembrare pochi, ma ne possono succedere di cose in 2 minuti. 2 minuti sono il tempo di un caffè, sono il tempo di una telefonata, sono stati pure il tempo per ribaltare una Champions League. 2 minuti è il mio podcast: in 120 secondi, così mi alleno ad essere sintetico come richiedono i miei amici, proverò a riflettere su fatti che hanno catturato la mia attenzione. Dall’oggi per costruire il domani.

Untori, sceriffi e la legge di Pareto per il mondo che verrà

Ascolta “2 minuti” su Spreaker.

La notte in cui tutte le vacche sono nere

Ogni giorno un sovranista italiano si sveglia e sa che dovrà gridare ancora più forte “Prima Gli Italiani” e correre più veloce del sovranista austriaco…
Ogni giorno un sovranista austriaco si sveglia e sa che dovrà gridare ancora più forte “Prima Gli Austriaci” e dovrà correre più veloce del sovranista tedesco..
Ogni giorno un sovranista tedesco si sveglia e sa che dovrà gridare ancora più forte “Prima i Tedeschi” e dovrà correre più veloce del sovranista olandese…
Ogni giorno un sovranista olandese si sveglia e sa che dovrà gridare ancora più forte “Prima Gli Olandesi” e dovrà correre più veloce di tutti gli altri sovranisti, per dimostrare di essere il più nazionalista di tutti gli altri.

Chi ha seguito la mia e la nostra campagna elettorale di un anno fa, lo ricorderà, lo ripetevamo spesso: l’internazionale nazionalista ha un piano chiaro, quello di far saltare l’Unione Europea, tout court. Il problema che sta venendo fuori in queste ore è politico, totalmente politico, il problema non è l’Europa ma il nazional-sovranismo. Può sembrare banale ma l’Europa non è un’entità astratta, l’Europa è fatta, banalmente, dagli Europei. Europei che votano i Governi. Chi ha il potere di prendere le decisioni, in questo momento, non sono i parlamentari europei, ma i Governi eletti da ogni stato membro. Pensateci, la vittoria dell’estrema destra in Olanda era stata festeggiata e acclamata da Fratelli D’Italia come se fosse una vittoria dello stesso partito. Semplicemente è così. Il partito dell’internazionale sovranista aveva vinto, ed oggi governa secondo quei dettati politici per loro sacrosanti che non prevedono certamente la solidarietà tra Stati e la visione continentale.

Stanno venendo fuori quei problemi cronici che mai si è avuto il coraggio di affrontare, su tutti, i processi di democratizzazione delle istituzioni europee e l’assenza di partiti, realmente, europei capaci di declinare in ogni nazione lo stesso paradigma: lingue diverse per un unico grande messaggio. L’estrema destra, sfruttando la sua natura l’ha fatto, gli altri l’hanno timidamente accennato. La mancanza di un unica voce la stiamo pagando a caro prezzo, così come l’abbiamo pagata per l’incapacità di gestire il problema migratorio.

Non esiste però la notte in cui tutte le vacche sono nere. Questo lo dobbiamo rigettare.

Come possiamo vincere il pregiudizio dei paesi del nord, a cominciare proprio dalla Germania, che non vogliono condividere i rischi della nuova crisi con i paesi più deboli economicamente perché non vogliono pagare per il nostro debito?

È nel loro interesse collaborare. Questa è una crisi senza precedenti e tutti i paragoni che si possono fare con la crisi dell’euro sono fuori luogo. Nessuno era preparato a questa crisi, sicuramente non eravamo preparati economicamente. E’ chiaro che questa crisi ha bisogno di una risposta europea perché nessuno può farcela da solo. Anche la Germania da sola non può farcela, perché nessuno potrà comprare i suoi prodotti. Non è possibile immaginare che nell’Unione Europea un paese da solo possa recuperare.

Queste parole, per esempio, non sono state pronunciate da un italiano o da uno spagnolo. Ma da Ska Keller, la leader dei verdi tedeschi in Europa. Lo stesso potremmo dire del discorso da Gerhard Schröder sui Corona Bond

Se è vero che bisogna fare di più e sono inaccettabili i veti di Olanda ( lo apriamo un dicorso sui paradisi fiscali?) e Germania, è altrettanto sacrosanto che senza l’ombrello di Bruxelles, saremo in una situazione che definire drammatica sarebbe estremamente riduttivo.

Ora, però, bisogna fare e non si può fallire: o se ne uscirà insieme o non se ne uscirà. E’ il tempo in cui i ragionamenti globali devono diventare rapidamente azioni locali.

Discarica di Cerreto: nuova interrogazione parlamentare!

RIFIUTI, MURONI (LEU): BASTA PROROGHE E AMPLIAMENTI DELLA DISCARICA DI ROCCASECCA.
I CITTADINI HANNO DIRITTO ALLA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI

“In questo periodo di emergenza, in cui tantissimi cittadini restano chiusi in casa per contenere il contagio del coronavirus, arrivano sorprese che non vorresti vedere. Ad esempio accade che la Regione Lazio chieda alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di annullare una deliberazione dello scorso anno con cui si vincolava l’autorizzazione alla sopraelevazione della discarica di Cerreto, a Roccasecca (Fr), ad un fattore temporale di 14 mesi e dimensionale di 10 metri lordi. Limiti introdotti in parziale accoglimento delle osservazioni del MiBACT.

Questo malgrado in regione sia disponibile il sito di Colleferro e sia in arrivo una discarica di servizio per Roma. E Nonostante una relazione Ispra-Cnr sul sito di Cerreto evidenzi ripetuti superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione per manganese, ferro, arsenico, benzene, cloroformio, dicloropropano,1,2 dicloroetilene trans e 1,2 dicloroetilene cis. Un quadro ambientale grave che ha spinto la Provincia a diffidare la Mad srl, che gestisce il sito, ad eseguire interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale. Sull’area, che si trova in un territorio a rischio idrogeologico, permangono inoltre vincoli paesaggistici che consentono la sola prosecuzione di attività già autorizzate.

Dopo una prima interrogazione su Roccasecca tuttora in attesa di risposta, con un nuovo atto di sindacato ispettivo raccolgo le istanze del territorio e torno a chiedere al governo quali iniziative intenda adottare per evitare che vengano presi in considerazione ulteriori ampliamenti o proroghe della discarica. Perché l’economia circolare non può essere solo uno slogan ma va realizzata a partire da una corretta gestione del ciclo dei rifiuti.  A tutela della salute dei cittadini sollecito, inoltre, l’esecutivo a realizzare finalmente un monitoraggio epidemiologico sugli eventuali rischi sanitari per i residenti”.

Lo afferma la deputata LeU Rossella Muroni depositando una interrogazione al Ministero dell’Ambiente sulla situazione della discarica di Cerreto, a Roccasecca.

Far crescere ancora la montagna di rifiuti? No, grazie!

La richiesta avanzata dalla Regione Lazio, oltre ad essere contraria alle norme che regolano l’ampliamento delle discariche, rappresenta un ulteriore schiaffo morale, civile e politico all’intero territorio del Basso Lazio. Risulta, inoltre, di pessimo gusto e fuori da ogni logica convocare una conferenza dei servizi di questa importanza, nel momento storico più difficile dal dopoguerra ad oggi e con soli due giorni di tempo per esaminare in maniera dettagliata la documentazione. 

Dopo 12 mesi, siamo di nuovo nella situazione di partenza a causa dell’incapacità politica ed amministrativa di trovare soluzione alternative alla Discarica di Roccasecca, pertanto esprimo la mia totale avversità alla richiesta avanzata dalla suddetta Regione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ovvero quella di rendere immediatamente utilizzabili i volumi originariamente approvati con la determinazione n. G00573 23/01/2019.

Con la medesima convinzione ribadisco il mio dissenso alla prosecuzione dell’esercizio dell’impianto per un periodo maggiore rispetto al termine del 14 maggio 2020.

Tale dissenso non si fonda solo su ragioni di natura politica, ma sulle analisi oggettive degli organi competenti che hanno esaminato l’impatto ambientale e paesaggistico del sito di discarica sull’ambiente circostante.

In relazione alla approvazione del PTPR con D.C.R. n. 5 del 02-08-2019, Il MIBACT nel procedimento di A.I.A per la costruzione del V Bacino di Discarica, sempre in località Cerreto, ha fatto notare che nell’area risulta essere presente un vincolo ricognitivo di piano, individuato ai sensi dell’art 134 c.1 lett c) ed art 143 c.1 lett d) del D.Lgs 42/04, “Aree Agricole della Campagna Romana e delle Bonifiche Agrarie”, regolamentate dall’articolo 43 delle N.T.A.  Nel caso in esame “l’interesse paesaggistico è da individuarsi in relazione della Piana del Fiume Liri, Gari e Sacco”, così come indicato al c.4 lett.h) dell’art.43 delle N.T.A.

Sempre dall’analisi del parere del Ministero dei Beni Culturali l’area è parzialmente sottoposta a tutela paesaggistica per il vincolo ricognitivo di legge di cui all’art 142 c.1 lett.g) del D.Lgs 42/’04 ( aree boscate), per cui l’intervento non risulta conforme alle disposizioni di tutela di cui all’art.39 delle N.T.A del vigente P.T.P.R.

Mutando quanto riportato nel predetto parere del MIBAC, anche alla luce del nuovo P.T.P.R., La sopraelevazione attualmente richiesta dalla Regione, così come la costruzione del del V Bacino, si colloca nella tipologia degli interventi di trasformazione del territorio come “recupero e ampliamenti” di cui al paragrafo 8.4.1. della Tabella B delle N.T.A., che consente in tali ambiti la solo prosecuzione dell’attività già autorizzata; non è consentito, invece, l’“ampliamento delle discariche”, intendendosi per esso sia la sopraelevazione della discarica, sia l’esercizio della stessa per un periodo di tempo non autorizzato.

Nella Relazione Isrpa-CNR del Settembre 2019 si evidenziano, tra le altre cose, ripetuti superamenti delle CSC (valori di concentrazione soglia di contaminazione), tra i quali in particolare:

•          Per quanto riguarda il Mn in tutti i punti di campionamento, si osservano superamenti anche notevoli della CSC

•          Per quanto riguarda il ferro, la CSC è stata superata in 6 punti su 10

•          L’arsenico presenta valori al di sopra delle CSC in tutti i punti campionati, fatta eccezione per il PZ08bis e il PZ13 nella campagna di settembre 2018. Il valore più alto è sempre stato registrato nel PZ11bis

•          Come nelle campagne dei precedenti monitoraggi (2016-2018), si conferma la presenza di benzene nel PZ11bis con concentrazioni poco al di sopra della CSC; solo nella campagna di aprile 2019 tale parametro risulta essere leggermente inferiore alla CSC. Nella campagna di settembre 2018 sono state osservate tracce degli altri componenti dei BTEX in tutti i punti campionati.

•          Nel piezometro PZ11bis vengono inoltre registrate, in tutte e tre le campagne, tracce di 1,2 Dicloropropano,1,2 Dicloroetilene trans e 1,2 Dicloroetilene cis.

•          Nella campagna di aprile 2019, nel PZ16, è stato riscontrato cloroformio, con una concentrazione superiore alla CSC (pari a 0,24 μg/L)

•          Concentrazioni elevate di CH4 e CO2 sono state misurate nel PZ11bis (2,8 mg/L e 237 mg/L) e secondariamente nel PZ10 (0,68 mg/L e 67,6 mg/L), suggerendo una possibile relazione tra i processi di dissoluzione e una migrazione dei gas di discarica in questo settore del sito in studio.

Si ricorda inoltre che la A.S.L. Frosinone non ha ancora concesso il suo nulla-osta perché si è ancora in attesa di una valutazione dello stato di salute delle popolazioni circostanti. 

Sulla base di tali dati, la Provincia di Frosinone con l’ordinanza n3/2019, del 6/12/2019, riteneva il sito in parola potenzialmente contaminato, a norma dell’art 240 del D.Lgs. 152/2006, in quanto uno o più valori di concentrazione delle sostanze inquinanti rilevate nelle matrici ambientali risultano superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC). Inoltre, evidenziava la presenza di una fonte attiva di contaminazione presso il sito in oggetto, la quale costituisce circostanza di “elevata pericolosità”, per la salute umana e per l’ambiente, contribuendo alla progressiva contaminazione delle matrici ambientali circostanti. Per tale motivo l’Ente Provinciale diffidava la Societa Mad S.r.l, a provvedere ai sensi dell’art.242 del D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii, ad eseguire i necessari interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dello sito, entro 30 giorni dalla notifica dell’ordinanza.

È vero che tale ordinanza risulta impugnata innanzi al T.A.R. Lazio – Sez. Latina, ma è pur vero che ad oggi ancora non abbiamo a disposizione altri studi che smentiscano quanto accertato dall’IRSA-CNR nella citata relazione di settembre 2019, da cui emergono gravi rischi per la salute.

Tra, l’altro, L’Arpa Lazio nella sua nota del 27/02/2020, redatta a seguito del progetto di ampliamento della discarica in oggetto con la costruzione di un V bacino di discarica, in qualche modo conferma quanto riportato nella citata relazione dell’IRSA, facendo notare, elementi significativi riguardo la superficialità e l’inaffidabilità, anche in riferimento allo stato impiantistico in essere, dell’ente gestore della discarica che devono essere oggetto di seria riflessione in questa sede. In particolare, mi preme segnalare alcuni passaggi:

  • Circa i sistemi di monitoraggio adottati per le acque sotterranee si rileva che il Gestore dichiara che la rete dei piezometri è costituita da 11 piezometri denominati PZ5, PZ6, PZ7, PZ8, PZ9, PZ10, PZ11, PZ12, PZ13, PZ14 e PZ15. Il Gestore dichiara altresì che la localizzazione di tali piezometri è stata definita in accordo con il modello idrogeologico dell’IRSA-CNR, tuttavia non fornisce alcun elemento a supporto di ciò. Dalle Tabelle allegate si evince che la rete piezometrica utilizzata per il monitoraggio non può essere quella richiamata nel Piano, infatti, a titolo di esempio, si rappresenta che è stata disposta la chiusura per i piezometri PZ5, PZ6 e PZ7, ma, contrariamente a quanto sopra, il Gestore li individua ancora al fine dello svolgimento del monitoraggio previsto per le acque sotterranee. Altresì, con riferimento al PMeC, si evidenza che i piezometri indicati al fine del monitoraggio sono invece i seguenti: PZ7Bis, PZ8Bis, PZ9Bis, PZ10, PZ12, PZ13, PZ14, PZ15, PZ16, PZ17, ma alcuni di questi risultano ancora in fase di realizzazione.
  • Si rappresenta che non risultano individuati, con riferimento all’assetto impiantistico in essere, i rifiuti prodotti dalla grigliatura grossolana svolta al fine del trattamento delle acque di prima pioggia;

Da tutte le considerazioni emerse, risulta chiaro oltre ogni ragionevole dubbio che il sito in essere è potenzialmente contaminato e non risulta possibile considerare alcuna richiesta di ampliamento o proroga, ma a rigor di legge e logica si dovrebbe procedere in tempi rapida alla bonifica ed alla messa in sicurezza.

A queste considerazioni di natura tecnica si aggiunge un ulteriore elemento. Non risulta comprensibile come mai la Regione Lazio inviti la Presidenza del Consiglio a modificare la deliberazione del 7 Marzo 2019, quando è a conoscenza che è presente sul territorio regionale, a Colleferro, una discarica pubblica con volumetrie ancora disponibili e non utilizzate!

 Una tale decisione comporterebbe un evidente sperpero di denaro pubblico.

Faccio notare, infine, che l’emergenza attuale non è assolutamente causata dalla situazione medico-sanitaria, purtroppo, presente in Italia in questi giorni, ma dalla negligenza di chi in questi anni ha gestito il ciclo dei rifiuti nel Lazio e al contempo, visti i dati delle analisi Ispra e le considerazioni dell’Ente Provinciale, continua ad esporre la popolazione a potenziali e seri rischi per la salute.

Il Consigliere Umberto Zimarri